Ed eccomi qua!
Piccolo, insignificante
granello di sabbia!
Eppure risplendo di luce
che il Sole mi presta,
e di questo amore,
per questo amore
che con tutta la forza convoglio
la vostra vita riscaldo e accarezzo.
Il mio riso sonoro, squillante
voi non udite,
ma nelle lunghe e calde giornate
vi aspetto!
Né sentite il mio grido di gioia
se un piede piccino e paffuto
mi salta ora addosso,
ora osserva sognando
il castello di torri maestose
del suo domani,
ora lascia che fugga io in fretta
poi adagio tra le sue dita.
E poi mi riprende.
E ancora.
Di nuovo.... non io!
Io sono ben oltre
la linea del Cornaglia.
L'onda piatta arriva con calma
e rinfresca la mia superficie,
la luce, il Sole, non può
mai prestarmi.
E lei mi accarezza,
adagio mi culla
e a volte mi piace pensar
che quel canto sia vero,
ma torre e castello
io non conosco!
E le carezze si fanno pesanti
fino a che mi solleva più in alto
mi tuffa
s'abbatte su me
con furia feroce...
allora rimango in balia
con la mia piccolezza,
con la mia esistenza
ch'è un inno d'amore alla vostra,
rimango in balia
aspettando si plachi.
Confesso,
in quegl'istanti io prego
affinché quando passi
un piede di bimbo
possa ancora giocare con me.
Seppur per lasciar orme
che la risacca cancella!
Piccolo, insignificante
granello di sabbia!
Eppure risplendo di luce
che il Sole mi presta,
e di questo amore,
per questo amore
che con tutta la forza convoglio
la vostra vita riscaldo e accarezzo.
Il mio riso sonoro, squillante
voi non udite,
ma nelle lunghe e calde giornate
vi aspetto!
Né sentite il mio grido di gioia
se un piede piccino e paffuto
mi salta ora addosso,
ora osserva sognando
il castello di torri maestose
del suo domani,
ora lascia che fugga io in fretta
poi adagio tra le sue dita.
E poi mi riprende.
E ancora.
Di nuovo.... non io!
Io sono ben oltre
la linea del Cornaglia.
L'onda piatta arriva con calma
e rinfresca la mia superficie,
la luce, il Sole, non può
mai prestarmi.
E lei mi accarezza,
adagio mi culla
e a volte mi piace pensar
che quel canto sia vero,
ma torre e castello
io non conosco!
E le carezze si fanno pesanti
fino a che mi solleva più in alto
mi tuffa
s'abbatte su me
con furia feroce...
allora rimango in balia
con la mia piccolezza,
con la mia esistenza
ch'è un inno d'amore alla vostra,
rimango in balia
aspettando si plachi.
Confesso,
in quegl'istanti io prego
affinché quando passi
un piede di bimbo
possa ancora giocare con me.
Seppur per lasciar orme
che la risacca cancella!
Gabriella Dell'Aria
Tutti i diritti riservati
MERAVIGLIOSA...forse l'ho già detto ma io amo il tuo saper rendere visibile quello che scrivi...li vedo i piedini paffuti....ma lo sai ce io pensavo di detestare la poesia???
RispondiEliminaBELLISSIMA ANKE QUESTA POESIA!!! Ma cm fai?
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