Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

martedì 27 aprile 2021

Credettero


Il libro più tosto che io abbia mai letto fin ora è "Le vostre zone erronee", eppure ho letto anche "Se questo è un uomo"  e poi subito a seguire "La tregua"; questi ultimi due, come sapete, sono duri, di quella durezza che viene dal sapere di cosa gli esseri umani siano capaci, di quelle atrocità ideate, perpetrate, che a leggere manca il respiro e la parola, ti metti nei loro panni e pensi - Dio mio! Come fu possibile! Cosa dovettero subire, sopportare! - leggi e ad ogni passo ti auguri e dici "che non accada mai più". Intanto sai che nel mondo accaddero altre immani tragedie, che ogni giorno si consumano guerre e atrocità per mano dell'uomo e a volte ti senti troppo idealista, a volte pensi di essere contro corrente, poi ti guardi e dici a te stessa - Benedetta me - perché continuo a credere che nascerà il buono da ogni caduta, anzi, continuo a sapere che ogni caduta serve a far nascere buono, da qualche parte spunterà questo fiore; perché continuo a pensare, quando non si riesce a cogliere quell'opportunità per trasformarla in bene, che abbiamo perso un'altra occasione. Questo momento storico ne è l'emblema, quante decisione prese, da prendere, quale strategia, mentre il pianeta ci grida che da noi vuole altro, che altro gli serve. E non solo al pianeta, a tutti noi che lo abitiamo. E questa è la storia, chiamiamola normale, di tutti i nostri giorni. Ogni giorno siamo alle prese, come esseri umani, con questo o quel problema, quella catastrofe, guerre, insomma tutta una serie di cose che siamo davvero bravi a creare. Certo non sono le sole cose che creiamo, per fortuna, siamo bravissimi anche a fare bene, a costruire cose buone, ed è lì, proprio lì, come un diamante, il più prezioso, che ha casa tutta la speranza del mondo, anche la mia.

Leggere "Le vostre zone erronee", circa dieci anni fa, mise in crisi e in discussione buona parte delle mie antiche credenze, demolì diversi tasselli e mi fece vedere la vita, le cose, la responsabilità mia su di esse e su me, in un'altra luce, con altri occhi. A distanza di poco tempo lo rilessi, per comprendere meglio, per assimilare meglio e di più perché quando leggo io sono vorace, divoro le parole e poi mi viene lo scrupolo di non aver gustato tutto a fondo, per questo lo rilessi. 

A volte penso che dovrei leggerlo la terza volta, non perché io pensi di non essere all'altezza della comprensione del testo, ma perché vorrei rivedere gli schemi che sconvolse, che mi aiutò a cambiare.

E tutto questo con la poesia che segue potrebbe sembrare non aver nulla a che fare, e forse è così o forse no, perché dentro di me vive da sempre una Gabry guerriera contestatrice, non accetto un "sì è sempre fatto così", un "così va il mondo", vivo convinta che il mondo si possa cambiare nel modo più semplice, la volontà di mettere in scena ognuno la sua parte migliore, la volontà di conoscere, di essere consapevoli, di amare.

L'errore più grande che si possa fare, a parer mio, è quello di vedere se stessi come degli sconfitti, sconfitti dalla vita, dal sistema, dagli altri. Assumersi la responsabilità delle proprie scelte fa di noi protagonisti, a volte anche molto scomodi, la sfida è amarsi a prescindere.

Allora non conta ciò che gli altri pensano, conta ciò che so.


Credettero

 

Quando mi bendarono

credettero d'avermi resa cieca,

quando m'imbavagliarono

credettero d'avermi resa muta,

poi vennero con lacci e con catene

e credettero che mai più

sarei fuggita io.


Nei loro occhi venne poi stupore,

nelle loro mani, incredulità,

intanto io vedevo,

intanto io parlavo,

intanto 

me ne andavo

senza più lacci,

bende né catene.

Poi videro i miei occhi

ov'era scritta la mia libertà.

 

Gabriella Dell'Aria 27.04.2021

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lunedì 26 aprile 2021

Le parole difficili da dire

Piccola riflessione la mia, ispirata da questa poesia di Daniele Verzetti Rockpoeta (R)

 

Sulle parole giuste ci sarebbe tanto da dire, sul loro potere di fare bene, sul loro potere di fare male. Secondo me fanno bene anche quando arrivano e sfrondano via ogni cosa, perché se son quelle giuste per noi, aiuteranno a ricostruire vita.

 

Le parole giuste sono coraggiose
sono quelle che pronunci
e ne paghi il prezzo
una, dieci, mille volte
ma non cambia.
Sono quelle che possono scuotere
fino alle fondamenta,
e quando lo fanno
nulla resta uguale,
tutto si ricostruisce adagio,
tutto deve rinascere
per poter continuare.
Le parole giuste...
dicono che fanno bene,
dicono che fanno male.

domenica 25 aprile 2021

25 Aprile

 Oggi, festa della liberazione, che sia libertà vera dalle catene tutte, materiali e non, che sia trionfo di vita, di diritti riconosciuti a chi da solo non può difenderli e fare in modo che gli siano riconosciuti, oggi, durante questo periodo che non credevamo veramente potesse essere così lungo, sappiamo tutti cosa vuol dire privazione, allora regaliamo libertà, libertà vera a tutti, umani e non. 


Buongiorno e buona festa della liberazione a tutti, umani e non ❤️


Gabriella Dell'Aria 25.04.2021

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martedì 13 aprile 2021

Scrivere è la mia casa

A volte mi basta entrare qua, oppure sulla mia pagina Facebook, e un'ondata d'Amore, di quello leggero che ti piove addosso dolce, che lo senti sulla pelle ma anche dentro, dentro al cuore, dentro al sangue, in ogni cellula del tuo essere, di quello che lo incontri e riconosci, di quello che sorridi, mi accoglie. Credo che un po' sia tutto l'Amore che ci metto dentro quando scrivo, io mi approccio a loro, alle parole, non come fossero un semplice mezzo ma uno strumento sacro, loro hanno grande potere, mentre scrivo ne sono consapevole, lo sento a volte, che sale, che fluisce, fino alla parola giusta, ne sento l'armonia, lo stile e la sonorità. L'altra metà di questo Amore invece credo che venga da tutto quello che attraverso esse io ricevo, in uno scambio che permane.

Scrivere è il mio porto sicuro, il mio punto fermo, come una fonte rigeneratrice, come una grotta in cui io trovo casa, con tutto ciò che casa offre: riparo, protezione, condivisione, ascolto, nutrimento e cura, insomma Amore. E mentre scrivo, sale commozione e sale Amore, sale gratitudine per questo mio parlare insieme a Te.

E stupidamente, o forse miracolosamente piango, per tutte le volte che ho creduto o temuto di perderlo. Quante volte me lo sono sentito sfuggire, strappato dalle mani perché vita chiamava altrove, ma sempre, sempre il filo che ci unisce, che unisce me alla scrittura, quello che fa di noi una sola cosa, sempre è stato lì a ricordarmi le parole, le danze, a ricordarmi Amore. Ed arrivava, all'improvviso, insieme a un'emozione, come un'onda senza preavviso, e "si scriveva" quasi fossi il suo strumento io.


Mi viene da sorridere, guarda un po', ed io che credevo di usare le parole, invece sono loro ad usare me, e sorrido.


Forse viviamo in simbiosi, in uno scambio paritario, tu dai amore a me, ed io a te.

 

                               

Mi disse:

Fate attenzione alle parole, tenete con voi solo le belle che le altre scavano solchi, alzano muri, insomma “fanno danno”, a volte si possono curare, guarire, quando c’è amore sempre si può, perché Lui fa miracoli, asseconda i desideri dentro al Cuore.

Tenete con voi le parole belle, quelle possono essere certo d’aiuto, servono a comunicare, ognuno con la propria “voce”, uomini, animali, piante, pietre, terra, acqua, aria; lo interruppi, - anche il fuoco? - chiesi, ma continuò: Le parole di ciascuno sono un Dono affinché voi comprendiate.

Portate una valigia leggera, piena di poche cose e solo le belle e importanti, le altre se son belle dividetele con gli altri, seminate campi, spargete a piene mani la bellezza dentro al mondo, di più, nell’Universo tutto.

Le poche che sono solo per voi, che sono personali, tenetele nel cuore e anche da lì fate che diffondano il loro messaggio.

Spazzate via ciò che non serve, ciò che non vi fa bene, ricordate che in ogni cosa c’è una lezione per tutti quelli che sono coinvolti.

Sorridete alle vostre, sono lì per voi, e tenete sempre a mente che ognuno può imparare solo per sé, ma che ogni lezione imparata aiuta gli altri ad imparar le loro.

Ricordate che siete sempre Amati, che avete accanto sempre chi vi Ama, anche se non li vedete, ricordate “Che Vi Amo” dice Dio, e tanti vi amano insieme a Lui.

Ricordati che c’è la Tua strada e il tuo cammino è Sacro.


Gabriella Dell'Aria 12.04.2021

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