Ho spostato la pietra
all'ingresso
e spazzato la via.
Tra viaggi di catene
mi trascinarono muti.
Vetrine d'oblio
in cui anime e cuori
in abiti spogliati,
che un poco
sono loro
e un poco no,
mi tirano indietro
in un cammino
sordo e muto.
Cadono gocce
di sorriso,
di sudore,
di dolore,
semino tracce di vita.
Guardo dinanzi
l'uscio e la strada
e un piede dopo l'altro
professo la mia fede.
Stormi di occhi
in parte giudicanti
e in parte no.
E ad ogni sosta
fremo
e bramo ripartire.
Tra schioppi
e metaforiche frustate
mi sento ritornata
ed il sentiero che cercavo
cerco.
Tutto torna all'inizio,
tutto in uno srotolio
succede,
e passa e torna
fino alla meta sua.
A me un'altra carta
un altro gioco,
e scorre e viene
e torna e va
fino alla carta mia
vincente.
Guardo la porta
e guardo la mia strada
a volte piango
altre sorrido
ma sempre l'amo.
Mentre il mio viale
è lì che splende
e chiama.
Un'altra carta a me.
all'ingresso
e spazzato la via.
Tra viaggi di catene
mi trascinarono muti.
Vetrine d'oblio
in cui anime e cuori
in abiti spogliati,
che un poco
sono loro
e un poco no,
mi tirano indietro
in un cammino
sordo e muto.
Cadono gocce
di sorriso,
di sudore,
di dolore,
semino tracce di vita.
Guardo dinanzi
l'uscio e la strada
e un piede dopo l'altro
professo la mia fede.
Stormi di occhi
in parte giudicanti
e in parte no.
E ad ogni sosta
fremo
e bramo ripartire.
Tra schioppi
e metaforiche frustate
mi sento ritornata
ed il sentiero che cercavo
cerco.
Tutto torna all'inizio,
tutto in uno srotolio
succede,
e passa e torna
fino alla meta sua.
A me un'altra carta
un altro gioco,
e scorre e viene
e torna e va
fino alla carta mia
vincente.
Guardo la porta
e guardo la mia strada
a volte piango
altre sorrido
ma sempre l'amo.
Mentre il mio viale
è lì che splende
e chiama.
Un'altra carta a me.
Gabriella Dell'Aria 09.10.2019
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