parole a morsi
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.
giovedì 9 settembre 2021
Dimmi di che natura
giovedì 26 agosto 2021
L'immaginario muro di alcune paure
#Oggiilbuongiornoprofuma di muri abbattuti, che chi se ne frega quanto pensassi ci volesse ad abbatterli, in realtà erano inesistenti, inconsistenti, in realtà erano frutto di vecchie paure, e quando ho iniziato a capirlo, a vederli per quello che erano, eccoli svaniti e tornati al loro giusto ruolo.
Ma anche le paure possono arrivare per ricordarci chi siamo, per ricordarci come e quando loro sono nate. E mentre ci parlano di chi possiamo diventare se le ascoltiamo, in realtà aprono uno scenario su chi siamo perché in fondo lasciano una piccola lampada accesa a illuminarci. Bisogna avere solo voglia di vedetla, di cercarla. Che si voglia scavalcare il muro o che lo si voglia abbattere per sempre.
Io ho scelto la seconda strada, che a furia di scavalcarlo a volte me lo sono ritrovato poi davanti, forse giravo in tondo, forse era lui a spostarsi per ricordarmi che andava demolito.
Abbiamo lavorato insieme, lui ed io, frapposti all'apparenza ma invece legati da quel messaggio, da quel lavoro da compiere. Poi ognuno per la propria strada.
Le cose appaiono diverse a seconda della prospettiva da cui le guardi, e mi era stato detto e gridato che quello che mi sembrava muro alto e spesso in realtà non era niente, non era muro e neanche un piccolo gradino, ma strada spianata senza alcun ostacolo. Ma una paura antica gridava forse più forte, s'agitava, vestiva la strada d'abiti non suoi ma che pure, per quella paura che tornava, come ombre cinesi, cambiava forma alla realtà come in delirio.
Fino a riappropriarmi di me stessa, fino a quando l'ho vista bene in faccia, con la sua arrogante presunzione, eppure sorrideva e aspettava,
Grazie, per essere tornata fino ad ora, grazie per aver indugiato ed essere tornata fino alla fine, grazie per non esserti nascosta, per aver gridato, per aver lontanamente acceso una candela a fare luce indietro, grazie per aver portato alla memoria chi sono, grazie, ho abbattuto il muro e scaraventato lontano ogni sua parte, nel lancio ogni parte si è dissolta.
Buongiorno d'Amore a tutti, umani e non ❤️
Gabriella Dell'Aria 26.08.2021
martedì 11 maggio 2021
Leggera come un soffio di vita
Leggera, senza pesi sul cuore perché quelli passati in qualche modo si sono o si stanno sgretolando, riempio nel frattempo gli occhi miei di lacrime, che lavano, che portano un po' d'amore, che dicono nello scorrere silenzioso tante cose. Leggera, senza valigie cariche di pesi che intralciano il cammino, a me, agli altri.
martedì 27 aprile 2021
Credettero
Il libro più tosto che io abbia mai letto fin ora è "Le vostre zone erronee", eppure ho letto anche "Se questo è un uomo" e poi subito a seguire "La tregua"; questi ultimi due, come sapete, sono duri, di quella durezza che viene dal sapere di cosa gli esseri umani siano capaci, di quelle atrocità ideate, perpetrate, che a leggere manca il respiro e la parola, ti metti nei loro panni e pensi - Dio mio! Come fu possibile! Cosa dovettero subire, sopportare! - leggi e ad ogni passo ti auguri e dici "che non accada mai più". Intanto sai che nel mondo accaddero altre immani tragedie, che ogni giorno si consumano guerre e atrocità per mano dell'uomo e a volte ti senti troppo idealista, a volte pensi di essere contro corrente, poi ti guardi e dici a te stessa - Benedetta me - perché continuo a credere che nascerà il buono da ogni caduta, anzi, continuo a sapere che ogni caduta serve a far nascere buono, da qualche parte spunterà questo fiore; perché continuo a pensare, quando non si riesce a cogliere quell'opportunità per trasformarla in bene, che abbiamo perso un'altra occasione. Questo momento storico ne è l'emblema, quante decisione prese, da prendere, quale strategia, mentre il pianeta ci grida che da noi vuole altro, che altro gli serve. E non solo al pianeta, a tutti noi che lo abitiamo. E questa è la storia, chiamiamola normale, di tutti i nostri giorni. Ogni giorno siamo alle prese, come esseri umani, con questo o quel problema, quella catastrofe, guerre, insomma tutta una serie di cose che siamo davvero bravi a creare. Certo non sono le sole cose che creiamo, per fortuna, siamo bravissimi anche a fare bene, a costruire cose buone, ed è lì, proprio lì, come un diamante, il più prezioso, che ha casa tutta la speranza del mondo, anche la mia.
Leggere "Le vostre zone erronee", circa dieci anni fa, mise in crisi e in discussione buona parte delle mie antiche credenze, demolì diversi tasselli e mi fece vedere la vita, le cose, la responsabilità mia su di esse e su me, in un'altra luce, con altri occhi. A distanza di poco tempo lo rilessi, per comprendere meglio, per assimilare meglio e di più perché quando leggo io sono vorace, divoro le parole e poi mi viene lo scrupolo di non aver gustato tutto a fondo, per questo lo rilessi.
A volte penso che dovrei leggerlo la terza volta, non perché io pensi di non essere all'altezza della comprensione del testo, ma perché vorrei rivedere gli schemi che sconvolse, che mi aiutò a cambiare.
E tutto questo con la poesia che segue potrebbe sembrare non aver nulla a che fare, e forse è così o forse no, perché dentro di me vive da sempre una Gabry guerriera contestatrice, non accetto un "sì è sempre fatto così", un "così va il mondo", vivo convinta che il mondo si possa cambiare nel modo più semplice, la volontà di mettere in scena ognuno la sua parte migliore, la volontà di conoscere, di essere consapevoli, di amare.
L'errore più grande che si possa fare, a parer mio, è quello di vedere se stessi come degli sconfitti, sconfitti dalla vita, dal sistema, dagli altri. Assumersi la responsabilità delle proprie scelte fa di noi protagonisti, a volte anche molto scomodi, la sfida è amarsi a prescindere.
Allora non conta ciò che gli altri pensano, conta ciò che so.
Credettero
Quando mi bendarono
credettero d'avermi resa cieca,
quando m'imbavagliarono
credettero d'avermi resa muta,
poi vennero con lacci e con catene
e credettero che mai più
sarei fuggita io.
Nei loro occhi venne poi stupore,
nelle loro mani, incredulità,
intanto io vedevo,
intanto io parlavo,
intanto
me ne andavo
senza più lacci,
bende né catene.
Poi videro i miei occhi
ov'era scritta la mia libertà.
Gabriella Dell'Aria 27.04.2021
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lunedì 26 aprile 2021
Le parole difficili da dire
Piccola riflessione la mia, ispirata da questa poesia di Daniele Verzetti Rockpoeta (R)
Sulle parole giuste ci sarebbe tanto da dire, sul loro potere di fare bene, sul loro potere di fare male. Secondo me fanno bene anche quando arrivano e sfrondano via ogni cosa, perché se son quelle giuste per noi, aiuteranno a ricostruire vita.
Le parole giuste sono coraggiose
sono quelle che pronunci
e ne paghi il prezzo
una, dieci, mille volte
ma non cambia.
Sono quelle che possono scuotere
fino alle fondamenta,
e quando lo fanno
nulla resta uguale,
tutto si ricostruisce adagio,
tutto deve rinascere
per poter continuare.
Le parole giuste...
dicono che fanno bene,
dicono che fanno male.