Questo racconto è nato da una "non intenzione", non avendo infatti alcuna intenzione di scriverne uno quel pomeriggio piovoso di settembre in cui è iniziato. A dirla tutta il foglio e la penna che avevo in mano servivano a scrivere una lettera... invece ho messo giù alcune parole; il risultato mi è piaciuto così ho continuato facendone "la storia da prendere un morso per volta". Spero piaccia anche a voi.
Affido al web questi miei scritti come un naufrago i suoi ad una bottiglia: 04.09.'09
Sull'isola sperduta della mia solitudine, circondato da un oceano che non so identificare pullulante di squali che su di essa vegliano notte e giorno affinchè non si alteri questa mia condizione, ho immaginato così di lasciare una traccia nel mondo... ma la mia bottiglia non ha tappo. Un qualsiasi tappo di plastica o sughero che possa preservarne il messaggio. L'ho scritto lo stesso. Così una parte di me desiderava vederlo affondare mentre l'altra si avvicinava timidamente all'idea che, per qualche motivo del tutto fortuito, arrivasse a qualcuno. L'ho scritto. Con grande cura direi. Mi sono anche soffermato allo stile, la punteggiatura, la grafia nella quale più non eccello. L'ho arrotolato per bene e l'ho fatto passare per il collo sottile; ho preso poi alcune foglie di una pianta che ancora non conoscevo, adesso so ch'è urticante, lo sanno le mie dita ed anche le mie labbra perché, nel tentativo d'inserire un cilindro dentro l'altro, a questo servivano quelle foglie, a cercare di chiudere per quanto possibile la mia bottiglia, per farli scorrere meglio ne inumidivo la superficie. Ho avuto per un po' labbra e dita arrossate. Ho fatto due passi, non uno di più (ricordi gli squali?), dentro l'acqua e ve l'ho abbandonata. L'ho seguita con lo sguardo vedendola sparire un poco per volta, suicidandola, così mi vien da pensare, un poco per volta. Ho immaginato di vederla raggiungere il fondo, posarsi leggera e consegnare, pur trattenendolo per sempre, il mio messaggio all'acqua. Insolita vignetta di un insolito fumetto, questo è diventata per me la mia bottiglia. Che poi di speciale non avevo davvero scritto nulla; non chi sono né come sono, dov'ero prima di essere qui né cosa facevo... ma dire di me perché mai sarebbe stato speciale!? Infatti non lo è per niente se non per quel segno che volevo lasciare. Ma niente, niente davvero! Eppure per me era importante, importante che altri sapessero, importante che LUI sapesse! E dirò che scrivendolo la sensazione è stata che LUI lo sapesse comunque, di averglielo gridato e consegnato all'eterno! Era un biglietto, neanche troppo grande ed ingiallito dal tempo di un tipo di carta un po' ruvida e spessa; con gioia ed attenzione, come per tutte le cose che sono gesti d'amore, tutte quelle che facciamo per prenderci cura di chi amiamo, così, in questo modo io l'ho preparato. Con cura ho disegnato tutt'attorno una sottile cornice, negli angoli interni quattro cuoricini piccoli ma paffuti e poi, dopo averci pensato a lungo, aver fatto ipotesi, immaginato quasi poemi prima poi brevi poesie, al centro, proprio al centro dei quattro angoli e quindi dei cuori ho scritto "TI AMO". Banale dirai; ma in quella parola c'è tutto e ci sono io.
Gabriella Dell'Aria
Tutti i diritti riservati
continua link seconda parte: http://paroleamorsi.blogspot.com/2009/10/naufragio-virtuale-parte-seconda.html
Gabriella Dell'Aria
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Mi piace il tuo blog!
RispondiEliminaHo avvertito una forte positività nelle tue parole....brava!
A presto allora...
Ciao, non ho ben capito se tu sia uomo o donna...comunque mi piace quello che hai scritto, mi ha commosso...aspetto il seguito, spero sia all'altezza delle aspettative
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