Il Tassello
“Devo correre - pensò guardando le voci annotate sul suo appunto - resta solo l’ultima, Onorarlo”. Trafelata, scivolò leggermente ma senza cadere: “Fermi, aspettate. Vi prego! Aspettate.” gridò arrivando a ridosso dell'enorme pannello: “Aspettate, ecco: Individuarlo, Raggiungerlo, Comprenderlo, e adesso Onorarlo!”, aprì leggermente le mani, adagiato sui palmi teneva il suo tassello, lo baciò singhiozzando, lo prese e lo porse ai saggi: “Eccolo qui! C'è l'ho fatta! Il mio tassello!” e cadde in ginocchio.
Il Grande Maestro l'aiutò a rialzarsi e nel contatto fu invaso da quella stessa commozione antica che accompagnava ogni tassello recuperato: “A te l'onore.” disse e le indicò l’alloggiamento vuoto. Dinanzi al suo settore lei dapprima s'inchinò, poi rivolta ai saggi disse: “Voi non sapete, non sapete ancora.”, alzò il tassello verso il cielo e dopo un altro inchino lo incastrò.
La luce che ne venne si riflesse sul grande specchio della parete lì di fronte e proiettò le immagini che conteneva, unico testimone di quella notte in cui le onde provenienti dai loro cuori si erano incontrate nella galassia. Da lì, lei era arrivata alla sorgente e adesso si trovavano vicini. Il vitello era assai piccino, nato da pochi giorni, lei aveva quelli che sulla Terra son dieci anni appena. Si guardarono. “Ti prego non dire niente” disse il vitello, lei gli poggiò una mano sopra il petto mentre i respiri erano vicini, respiri al tempo stesso di speranza e di paura, e lo guardò negli occhi. Un lacrimone solitario apparve bruscamente e dopo scese, lei respirava adagio, in attesa, mentre il battito del cuore, percepito dalla mano, faceva da sottofondo ad una storia. Negli occhi che stava guardando, come schermi viventi, le immagini si susseguivano una dopo l'altra, e vide scempi e orrori, vide abusi e torture, e la preghiera del vitello e quella sua furono una, impressa nel tassello e dentro il cuore.
Il Grande Maestro l'aiutò a rialzarsi e nel contatto fu invaso da quella stessa commozione antica che accompagnava ogni tassello recuperato: “A te l'onore.” disse e le indicò l’alloggiamento vuoto. Dinanzi al suo settore lei dapprima s'inchinò, poi rivolta ai saggi disse: “Voi non sapete, non sapete ancora.”, alzò il tassello verso il cielo e dopo un altro inchino lo incastrò.
La luce che ne venne si riflesse sul grande specchio della parete lì di fronte e proiettò le immagini che conteneva, unico testimone di quella notte in cui le onde provenienti dai loro cuori si erano incontrate nella galassia. Da lì, lei era arrivata alla sorgente e adesso si trovavano vicini. Il vitello era assai piccino, nato da pochi giorni, lei aveva quelli che sulla Terra son dieci anni appena. Si guardarono. “Ti prego non dire niente” disse il vitello, lei gli poggiò una mano sopra il petto mentre i respiri erano vicini, respiri al tempo stesso di speranza e di paura, e lo guardò negli occhi. Un lacrimone solitario apparve bruscamente e dopo scese, lei respirava adagio, in attesa, mentre il battito del cuore, percepito dalla mano, faceva da sottofondo ad una storia. Negli occhi che stava guardando, come schermi viventi, le immagini si susseguivano una dopo l'altra, e vide scempi e orrori, vide abusi e torture, e la preghiera del vitello e quella sua furono una, impressa nel tassello e dentro il cuore.
Gabriella Dell'Aria
Tutti i diritti riservati
E brava Gabriella, anche oggi un bellissimo racconto per tutti!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Carissimo Tomaso grazie, felice che ti sia piaciuto il mio racconto.
EliminaUna buona notte a te, ricambiando abbraccio e sorriso