Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

sabato 21 settembre 2019

Dimmi cosa c'è in me.

Prese carta e penna, amici antichi con i quali condividere del tempo, frammenti di emozioni che coloravano non l'Animo, come spesso si diceva, ma quella parte di corpo fisico che altri non è che il cervello emozionale, e da lì si diramava, talvolta esaltando, tal'altra portando in circolo sostanze diverse su tutta la parte restante dell'essere, ecco cos'era a volte scrivere. Oppure condividere pensieri, che pur razionali portavano insieme un grande fagotto, intriso, tanto era colmo, di sogni, paure, speranze. Che poi anche queste talvolta erano così forti e ben delineate da esser certezze. Comunque, in ogni modo, uno o l'altro cervello, o insieme, entrambi, parlavano. C'erano poi quelle volte in cui carta e penna, PC, tablet, se li ritrovava in mano senza un'idea precisa, senza un punto di partenza se non loro, erano le volte in cui trascriveva quello che la sua Anima dettava. Che strano modo di comunicare, benedetto modo, amato modo, Grazia ricevuta che si espande giù dal Cielo. Erano le volte in cui scriveva e piangeva, per ciò che era nato in quella parte recondita, antica, forte, inattaccabile,  in quella che di lei sa ogni cosa, in tempo e spazio, più di lei, e glielo dice, l'accompagna, si svela. "Ecco, anche questa è la sacralità del tempio ed io mi inchino." pensò commossa.
Si addentrava tra meandri antichi e quelli nuovi, come passeggiando in mezzo ai boschi, ai prati, in riva al mare;  ed oggi carta e penna, anzi, schermo e tastiera: - Dimmi,  dove mi porti oggi. - domandò.
Ed eccola di fronte, luminosa, le poggia le sue mani dolcemente sopra gli occhi, un bacio sulla fronte, poi si sposta; lo scenario che si apre mostra un sentiero chiaro che, qua e là, riverbera raggi di sole come piccoli diamanti sulla sabbia, si snoda e avanza, comodo e dolce, procede tra alberi rigogliosi e cespugli colorati, e lì di fianco ecco la sorgente cristallina e dopo il fiume, e lei va all'acqua, e beve e lì si specchia. E guarda nella sua immagine, domanda senza chiedere, "Dimmi cosa c'è in me"; è allora che l'incontro si fa di nuovo sacro: "Questo è uno di quelli, Amore mio, in cui tu ascolti me."
"Eppure ogni tanto ho un po' paura."
"Ed ecco che l'hai detto, Amore mio, è una gran cosa. Continua a piangere, perché provi a bloccarla, io sono qui con te“.
Ed ecco che le lacrime trovano strada e spazio, ed ecco piante rigogliose, farfalle, canti e suoni, ed ecco la sorgente, ed ecco il fiume,
ed ecco me, ed ecco Te.
"Dimmi cosa c'è in me".

Gabriella Dell'Aria
Tutti i diritti riservati 

2 commenti:

  1. Cara Gabriella, questo post lo trovo molto interessante, ognuno la può pensare come vuole, e saper rispettare il parere di tutti gli altri.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Caro Tomaso, grazie, sono felice che tu l'abbia trovato interessante e concordo sulla libertà di pensiero 😊
      Buonanotte a te, con un sorriso e un abbraccio 😊

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