Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

martedì 14 dicembre 2010

Violenza in maschera

Tema sempre attuale e mai sufficientemente affrontato è, a parer mio, quello sulla violenza. Di lei si può parlare senza correre il rischio di rimanere privi di notizie cui attingere; potremmo provare a dividerla in sezioni a seconda della vittima o dell'aggressore, della tipologia, dell'esito... potremmo stilare un tristissimo elenco che ci porta di fronte a verità tanto assurde da non sembrare verosimili e che per questo mi riportano alla mente uno dei miei autori preferiti, Pirandello. Naturalmente nessuna forma di violenza può essere giustificata o comunque tollerata, verso di essa dovrebbero essere poste in atto forme di prevenzione efficaci ed efficienti e di certo misure di repressione tali da scoraggiarla. 
Ogni violenza, quando non uccide, scava solchi profondi nel corpo e nell'anima, rischia di diventare il burattinaio di tutta una vita! Una delle forme di violenza più difficile da dimosttrare è certamente quella psicologica... ma anche da quella fisica la cronaca dimostra che la difesa è parecchio difficile! 
Questa nostra civiltà dovrebbe sforzarsi per fare un salto avanti in casa e fuori, la violenza tra le mura domestiche dimostra che il "nido" non sempre è sicuro e fuori da lì... fuori è un vero groviglio di infinite possibilità!
La cronaca recente mi ha riportata a questa poesia... mi è nata dal cuore come le altre, ma sembra che in questi giorni io debba trovarmi spesso a fare i conti con amarezza e dolore... e lei è così: amara, crudele...tanto da travestirsi di vuoto!

Violenza in maschera

Come una calamita
che ruota veloce
ti attraggo e respingo
a seconda del polo
che incontri!
Vuoi giocare con me!
Istrionica
mi vesto e mi spoglio
ti do la mia pelle
a volte i pensieri
baci e parole
ti scivolo addosso
ti avvolgo
mi vesto e mi spoglio
di nuovo
mi trucco!
Un altro gioco per te
uno ancora...
mi svesto di veli
mi vesto di pelle
non sono più scalza
non faccio attenzione!
Un altro giro 

e sono lontana da te
poi torno di nuovo!
Vestita di affanno
respiro e passione...
e questo che vuoi
adesso da me?
Un giro di giostra...
se vuoi puoi volare!
Mi strucco
mi svesto ancora una volta
scalza cammino
nell'eco della tua
anima vuota!
I vestiti tenuti

per mano
trascino per terra
tacchi a spillo 
nell'altra...
domani si gioca!   

Gabriella Dell'Aria
 

2 commenti:

  1. Quanta profonda verità e sofferenza sgorga da questa poesia...

    Eppure oggi... mi è riaffiorato alla mente di quella volta che ero una bimba piccola e paffuta ed il mio papà (la mia mamma non la ricordavo nemmeno) era la mia unica sicurezza... eppure era così vuoto e quel vuoto era così infinitamente profondo ... ed io ero sola... e lui invece di darmi affetto ... mi distruggeva... eppure mi sono dispiaciuto nel sentire che non lo avevo ancora perdonato... avrei voluto tanto averlo già fatto perche nei suoi occhi leggevo la voglia di autodistruggersi, l'incapacita a fermarsi ... c'era una disperazione così profonda da non potersi quasi percepire... era ormai quasi un automa...

    Mi sono soffermato a lungo a "ricordare" eppure continuo a volerlo ri-incontrare per dirgli che non gli servo alcun rancore... che il gioco è stato fatto in due e che non è stato un caso se eravamo noi 2 a parteciparvi.

    Si io ero piccolina ed indifesa ... (guardavo attonita il mondo che indifferente lasciava che io soffrissi sola)... ma la cosa più straziante di tutte è qualla di non avergli potuto dire...: "Papà io ti amo, ti amo e ti perdono... perchè non c'è poi molta differenza fra vittima ed aggressore... eravamo entrambe due anime ferite... adesso prova a perdonare tè stesso ... perchè al di là di tutti i condizionamenti e le illusioni di questa vita tu sei stato e sempre resterai ... IL MIO PAPA'" ... :)

    Ma vivo nella speranza, che è quasi una certezza, che se non l'ho già incontrato lo (o la) incontrerò presto ... così diffondo il mio amore ai 4 venti così da essere sicuro che quando lo incontrerò anche se non sarò così bravo da riconoscerlo ... l'inonderò di quell'amore che avrei tanto voluto dargli prima... in quella vita un po' troppo difficile per entrambi.

    Io ti ho perdonato Papà, ti ho perdonato e ti ho capito... la tua piccolina! ;)

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  2. @Anonimo: Nel leggere il tuo commento mi sono venuti i brividi... per il "gioco è stato fatto in due" e tutto ciò che dici, per la sofferenza della piccolina che eri! Il perdono è il dono più grande, un dono d'amore profondo da fare a noi stessi e agli altri... e tu sei profondamente, immensamente immerso in questo dono ;) se diffondi il tuo amore ai quattro venti per essere certo d'inondarne anche lui!
    E' un piacere immenso averti qui!
    Ti abbraccio, ma non credo di essere brava come te a diffondere amore, spero di migliorare ;)

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