Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

domenica 12 novembre 2017

Sei pronta?

- Allora...sei pronta?
- Si, quando t'incontro sempre lo sono! Tu scendi su di me...o forse sali dentro, attraverso  i miei visceri, sentieri che a volte ben conosco...altre no. Eppure arrivi calma, culli, avvolgi, rassicuri...Son pronta.
- L'hai scelto e l'hai voluto, te lo sei cercato...si, è tuo, risplende...andiamo!
Mi prese per la mano che altro non è che la sua stessa, sorrise, mi guardò...andammo...andiamo!

Gabriella Dell'Aria
Tutti i diritti riservati
25 Agosto 2017

8 commenti:

  1. Cara Gabriella, i tuoi post strani, alla fine mi piacciono.
    Ciao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, grazie per apprezzare anche questo genere di post, un saluto ed un abbraccio, buonissimo giorno :)

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  2. Grande Gabriella così fai sognare...
    Complimenti
    Maurizio

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  3. Continui il colloquio con te stessa. Ora che ti sei presa per mano ti sarà più leggero guidarti.

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  4. Scusami, visto che non sei passata da me, passo io da te e ti sballazzo il mosco. Volevo ingurgitarmi lo stropecco e seco meco mi allazzavo sbecco, lunge da me l'idea de la pitezza monca assortuta drento la cavezza, indove io m'aritrovo e tu sgualazzi, mo vedi tu che come che ci sguazzi poscia nolente alla perduta lappa.
    Inturcina e spiattolla la barcenca, vedi se poi passà da la giosenca che ti aspetta e ti squama. Io lo filatto, e adesso te saluto e mi rimbiatto.

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    1. Ciao Vicè, a Palermo ti chiameremmo così, felice che tu sia passato da me :)))
      Ho letto e riletto il tuo commento, non so se sono riuscita a capirlo in ogni sfumatura perché la mia "traduzione" è deficitaria...ammetto la mia profonda ignoranza. Però Vicè passerò presto a trovarti, figuriamoci se voglio perdermi i tuoi scritti:))

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Grazie per essere passato/a a leggermi! Se volessi lasciare un commento con le tue impressioni/sensazioni o anche solo un saluto... ti ringrazio ancora una volta!