Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

lunedì 23 maggio 2016

Ancora due e sarà un ventennio

Ancora due e sarà un ventennio,
vent'anni che passano,
mi guardano,
aggiungono un fiore
una lettera
o solo un biglietto...
e ogni volta che si fermano,
soffermano,
un brivido corre dalle fronde
fin sotto la terra
che si nutre
e mi nutre d'amore.
E quasi non mi sembra
d'aver avuto una storia,
una vita,
prima di questa, iniziata,
dicevo,
da meno di un ventennio.
Come se fosse iniziata
quel giorno
per una, tante finite!
Un albero

come tanti alberi
davanti una casa
io già lo ero, eppure non ho quasi ricordi
prima di allora...
qualche volto di bimbo,
quello sì,
...volanti...sirene.
Così, da quel giorno,
io sono "l'albero",
mio malgrado
un simbolo.
Io che volevo essere un albero
come tanti alberi...
come gli eroi che forse loro
non avrebbero voluto essere...
così loro
e albero io!
Ho visto e sentito
lodi e onori
ed ogni volta la terra fremeva
d'orgoglio
d'amore
di rabbia e dolore
e mille volte ho immaginato
di sollevar le radici,
sfrondare i miei rami
contro quelli che so
perché la terra
che mi tiene, mi nutre...
mi parla.
Vi dico questo
all'alba di oggi
quando, prima di vederli
di udirli
ne ho sentito l'arrivo
nell'aria...
e mentre
dalla foglia più nuova
a quella più scura
il fremito, l'allarme
vibrava scendendo giù per il tronco
la terra, a sua volta,
trasmetteva e amplificava
il suo grido d'aiuto.
E abbiamo sentito
che i miei eroi
morivano ancora!
Sono giunti a me 
senza fiaccole
navi o striscioni,
in silenzio...
nessun cordone
nessuna folla!
Ho guardato l'asfalto,
i ricordi
che ora son tanti,
la strada deserta,
ho rammentato i pianti,
gli abbracci,
le tante promesse,
gli slogan...
e tutte le navi...
un'ultima volta!
Poi, 
con la loro piccola gru
si sono portati
sopra di me
a calarmi un cupo,
nero, pesante cappuccio.
Calando un sipario
sul simbolo dell'esempio
che ero!
E nella fretta spezzano un ramo,
si staccano alcuni messaggi
come brandelli di vita
che perdo
e il pianto di linfa che verso
lo accoglie, raccoglie
l'aiuola.
E ora più che mai sento i
fremiti della mia terra!
E ora più che mai vorrei
sfrondarmi la chioma!
Ma devo aspettare che
un cuore sincero
mi faccia di nuovo
parlare...
e sotto la cappa
comincio l'attesa...
ma non vorrei,
non vorrei mai
avere bisogno d'eroi!


Scritta per il 18° anniversario della strage di Capaci


Gabriella Dell'Aria 
Tutti i diritti riservati 

5 commenti:

  1. Tu sai rendere assai bene la suspense. Fino all'ultimo avevo travisato il senso delle tue parole. Mimetismo perfetto.

    PS. Non mi ero dimenticato della mia poetessa preferita, solo le mille cose storte che mi stanno capitando mi avevano distratto. Il tuo commento al mio racconto fantasioso mi danno l'occasione di ritornare a leggerti, è sempre una sorpresa.

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    1. Spero che tutto torni a girare per il meglio e proprio come tu desideri.

      Per il blog passo io, no problem! E' sempre un piacere leggerti! Ma posso farlo senza assiduità, per mancanza di tempo, al momento anche il mio blog è diventato una specie di archivio, ma dopo anni di quasi totale abbandono ne sono comunque contenta.

      P.s.: sono curiosa di sapere come avevi travisato :)

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    2. Equivocando con le radici degli alberi cui accenni, pensavo ti riferissi a tua madre, l'albero; poi però parlavi di eroi, ma ritenevo fosse una metafora. Alla strage di Capaci proprio non ci sarei arrivato senza la tua annotazione in calce.

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  2. Grazie Vincenzo, forse sono troppo ermetica :)
    Mentre ti rispondo mi viene da pensare : che bello però, albero, radici, madre, lei ci sta anche con gli eroi per me, ed è così bella la tua lettura che sono contenta di aver lasciato parlare le emozioni senza guidarle troppo per un sentiero precostituito! Che bello! Grazie ancora!

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  3. Grazie Vincenzo, forse sono troppo ermetica :)
    Mentre ti rispondo mi viene da pensare : che bello però, albero, radici, madre, lei ci sta anche con gli eroi per me, ed è così bella la tua lettura che sono contenta di aver lasciato parlare le emozioni senza guidarle troppo per un sentiero precostituito! Che bello! Grazie ancora!

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Grazie per essere passato/a a leggermi! Se volessi lasciare un commento con le tue impressioni/sensazioni o anche solo un saluto... ti ringrazio ancora una volta!