Eccoci qua come ai tempi della scuola dinanzi una pagina bianca e l'incertezza, l'amletico dubbio: COME INIZIARE? Sicuramente voglio dirti CIAO, che tu sia casualmente transitato di qua o già mio amico, qualunque sia il tuo pensiero, la certezza di questo saluto ce l'ho.
Di certezza ne ho anche un'altra, se sono qui, se ho deciso di "mettere in rete" parte di quello che scrivo è proprio per arrivare da te, per il desiderio di comunicare e condividere insito nell'essere umano, perché ho deciso di "tirare fuori dal cassetto i miei fogli" ed esporli alle tue critiche, al giudizio che se vuoi puoi lasciare sotto ogni mio post, per incontrare e conoscere amici.
In questo blog troverai alcune poesie, racconti brevissimi che durano il tempo di alcuni "morsi" ad un frutto, la sfida mia personale a Flaubert, una storia da "prendere un morso per volta": terza certezza... e dire che a me ne sarebbe bastata una! Ho cominciato; così adesso spero di rincontrarti al più presto.

Gabriella

venerdì 19 marzo 2010

Ancora a proposito di Flaubert - secondo brevissimo racconto

Qualcosa oggi mi ha ricondotta qui... in effetti più che qualcosa devo dire "qualcuno", uno di quegli incontri irreali, non perché figli di sogni ad occhi più o meno aperti, un incontro con una persona reale... incontrata da un'altra persona! In effetti la vita di ognuno di noi si arricchisce non solo degli incontri e negli incontri vissuti in prima persona, spesso le esperienze degli altri aiutano ognuno di noi a fare un passo! Ed è quasi sempre un passo positivo, mi dicevo, da ogni cosa puoi prendere il meglio e trarre spunti di crescita... devi decidere da quale angolo starla a guardare! Mi capita, a volte, che le sensazioni che provo per queste esperienze più o meno dirette... si materializzino quasi... oggi, pensando a questo incontro "non mio", ho sentito un odore di aria pulita, fresca... che mi ha portata ai miei vecchi fogli e a questo racconto stringato. 

Così oggi è arrivato il momento del secondo, ed ultimo, almeno credo (mai dire mai... potrei nuovamente cercare di "battere me stessa" e provare a fare di meglio... i margini di miglioramento sono notevoli ma... non è detto che io debba essere in grado di farli diminuire...), racconto breve pensando a Flaubert; se il primo aveva una pecca in partenza... questo ne ha almeno due, infatti, così com'è, può essere collocato in un tempo e in uno spazio definiti.  Se per il tempo, contemporaneo al grande scrittore, si può facilmente apportare una modifica (che non faccio), per l'ambientazione direi proprio di no... quindi una cosa è certa, dobbiamo escludere una serie di luoghi con caratteristiche diverse da quelli in cui si svolge la storia! Non è più una storia di tutti i tempi e di tutti i luoghi... ma ha lo stesso odore fresco e pulito che ho sentito oggi... almeno per me è così!


- Ci penso da un po', il grande Flaubert ha lanciato una sfida, o così io l'ho intesa e non sono certamente il solo. Immagino che i più grandi scrittori si cimenteranno in questa impresa, maestri e padroni come sono della lingua e dello stile, se non riusciranno ci andranno comunque vicino. Voglio provarci anch'io, ben sapendo da me di non possederne il talento; non voglio dimostrare niente a nessuno, se credo funzioni la terrò conservata tra le mie sfide vinte, altrimenti nel mucchio dell'altre. Non è forse la sfida più bella quella che fai con te stesso? Voglio provare dove altri provano ma il mio sapere è umile e non posso competere neppure con gli scrittori men bravi, quindi il mio partecipare sembrerebbe quasi un affronto, per questo lo faccio solo per me e poi la metto da parte. 
Arrovello in ogni momento la mente tutto preso da questa possibile vicenda che ho da narrare e capisco che a scriverla non ho nessuna possibilità di riuscita e quindi decido di farlo in un modo diverso: mentre gli altri la scriveranno con inchiostro e fantasia, io scriverò la mia nella storia, facendo di essa parte della mia storia e sperimentandone la possibilità su me stesso. 
Ho preparato ciò che mi occorre per ripartire da zero, una tunica, un paio di calzature, una sacca per la frutta che coglierò e una borraccia per l'acqua. fabbricherò da me gli attrezzi per procurarmi il cibo. Solo, lontano da tutti, vivrò una storia di cui nessuno avrà notizia se non nel mio racconto, semmai tornerò e vorrò raccontarla. 
Cammino a lungo cercando un anfratto che possa ospitarmi, lo ripulisco e lo rendo dimora fornendolo di un giaciglio di foglie, accendo il fuoco con il metodo dei progenitori ed esploro tutto intorno. Non so proprio che vita sarà questa mia, eremita per dimostrare a me stesso che esiste una storia che vive di lei sola. 
Cammino e cammino e sarei morto di già se non avessi trovato dove attingere acqua, ma prima di morire avrei escogitato il modo di narrare ogni passo su questo sentiero, affinchè il mio sforzo non andasse perduto.  
La sacca che porto è ancora quasi vuota, ho faticato a cercare da mangiare e, ad ogni frutto, ad ogni radice mi ponevo mille domande; i frutti e le piante a me sconosciute sono tante e da ognuno di essi non so che aspettarmi, varrebbe lo stesso per i funghi, gli uccelli ed ogni animale che posso incontrare. L'anfratto che ho trovato è troppo vicino al luogo in cui abitavo, ho deciso così di andare ancora e cercare un posto un po' più isolato in modo che non si possa avere aiuto neanche fortuito. 
Intanto cercando le foglie, accendendo il fuoco, raccogliendo erbe e frutti che non so se mangerò, s'è fatta ormai sera; seduto sul giaciglio accanto al fuoco, ho posto dinanzi a me, in terra, ciò che ho trovato e l'analizzo. C'è una radice bianchiccia che guardo e rigiro, sò già che la morderò, s'è cattiva la butto, ma sono in parte restio. Poi non posso lasciarmi morire di fame, l'addento e avidamente la mangio. I dolori che ho all'addome non so se sono di fame o per quella radice, la paura mi fa chiudere gli occhi e la stanchezza mi aiuta a dormire un sonno agitato. Non dev'essere passato poi molto, mi dico aprendo un occhio e guardandomi attorno, il fuoco è ancora acceso e la sacca su una pietra lì accanto; la fame mi toglie la calma, mi domando che cosa mangiare e guardo di nuovo il mio bottino. Alcuni piccoli frutti che sembrano innocui m'invitano con il loro profumo... mi ricordano qualcosa, mi dico, spero non sia nulla di male. Dopo averli mangiati ritorno a dormire. 
La fame non placata mi sveglia al sorgere del primo raggio di sole, con la borraccia e la sacca riprendo il cammino. Arrivo così ad una vasta distesa fitta di verde, ad essere un poco esperto avrei da mangiare... se solo sapessi cacciare! E mi pongo il quesito. Mi occorre la legna per fare arco e frecce. Mentre mi volgo intorno a guardare in cerca di questo, un cinguettio attira la mia attenzione e scorgo un nido con cinque pigolanti uccellini. Dimentico la fame, lo stomaco che mi fa male e mi metto estasiato ad osservare. Due uccellini più grandi, nel volo avanti e indietro, sfamano i piccoli becchi che mai sembrano sazi e mi perdo così in un tempo che non misuro, immerso nella vita e nella sua essenza.
I profumi ora dolci, poi acri, ora caldi di sole poi terrosi e freschi di pioggia, uguali e sempre diversi, mi accolgono ogni giorno e così trascorro il mio tempo, mangiando ciò che trovo (nei giorni l'esperienza mi porta a raccogliere ciò che più mi è gradito e ormai familiare) e osservando la piccolo famiglia che cresce.

Sugli alberi ormai i fiori profumano più intensamente e quasi perderanno i petali, e assisto oggi alla prima lezione di volo; il più piccolino dei fratelli è anche il più coraggioso e tenta un piccolo salto sbattendo le ali inesperte. E' tutto un richiamo, un incitamento col capo, uno spostamento leggero, un ripetere continuo del salto per dare l'esempio aspettando, più avanti sul ramo, che provino e saltino i piccoli allievi. Uno di loro tentenna ed ha più paura.
Una lunga schiera di formiche sale e scende da un sasso accanto all'albero degli uccellini, lavorano, laboriose, incessantemente; una, su un chicco minuscolo che non riesce più a trasportare, sembra invii richiesta di aiuto e in poco tempo quattro di loro accorrono. Poi tirano e spingono insieme. 
I frutti profumati e succosi che placano ogni mia fame, ogni mia sete; farfalle variopinte colorano la loro breve vita, l'acqua della sorgente che scorre fresca e incessante, gli scoiattoli a caccia di frutti corrono allegri avanti, poi tornano indietro, si scambiano qualcosa, ritornano a correre leggeri.
Ogni cosa mi appare armoniosa, la vera poesia del creato, la poesia che vorremmo dire scrivendo. La luce, il cielo, le stelle. E pensando alle stelle stanotte dormirò fuori, accenderò un piccolo fuoco sicuro, lo circonderò di erba bagnata che continuerò a  innaffiare di tanto in tanto, questa e i sassi dovrebbero bastare. 
E guarderò le stelle e in ogni istante sentirò il profumo, l'amore, la forza del creato; voglio fondermi in esso, ora che l'ho scoperto, ora che l'ho sentito, ora che lo vivo e respiro... inebriarmi e perdermi in esso e quindi trovarmi!
E' mattina, il sole mi sveglia col primo chiarore ed io ora, dinanzi a tanta grandezza, apprendo ch'esiste una storia autonoma, che vive di essa... LA VITA!

Gabriella Dell'Aria
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venerdì 12 marzo 2010

Prove tecniche di dilatazione temporale :)

Rispolverando le mie conoscenze relative alla teoria della relatività (scusate il bisticcio non evitato), da giorni provo a dilatare il "mio" tempo. Devo dire che cercare di fare tutto utilizzandone meno, di tempo, dovrebbe portarmi ad averne in avanzo e a fare più cose e invece... l'unica cosa che aumenta è la stanchezza, che mi ha sorpassata e prevaricata ed è diventata compagna costante di queste giornate. Analizzo il tempo, quello che faccio, lo ottimizzo, almeno ci provo, e alla fine non riesco a fare niente di più! Il dubbio è se faccio troppe cose, se ho già dilatato al massimo il "mio" tempo e oltre non posso, o se sono arrivata al limite delle mie capacità. Questo per dire che non sono affatto contenta di dover trascurare questo mio blog-ino, ogni giorno preparo un post (per me il fascino di carta e penna è impagabile, quindi moooolto raramente, questa è una di quelle volte, scrivo direttamente al PC), ma quando arriva sera e il momento di accedere alla rete, tra una cosa e quell'altra, finisce che il sonno, dopo 17 ore senza sosta, mi assale di brutto... e i post diventano obsoleti... :(
Oggi però voglio accennare ad una cosa che mi ha detto stamattina mio figlio mentre studiava la lezione di storia, non entro nei dettagli ma l'argomento era quello della successione ad un  regno, del seguente spartimento di questo  e di tutti gli spargimenti di sangue fino a giungere alla sua rovina. Tutto ciò non poteva passare inosservato e, dopo essere entrato nei particolari, mi ha detto: - L'animo umano è avido di potere. Non si ferma davanti a niente per raggiungerlo!
L'animo umano è uno degli universi che più mi affascina, forse in assoluto il mio preferito e, anche questa volta, dopo lo scambio di battute di stamattina, mi sono fermata a riflettere...

GM C

lunedì 8 marzo 2010

Bilancio dell'otto marzo??? Nooooo

Alla fine di questa giornata appare scontato occuparsi dell'otto marzo che ogni anno si ripresenta e del quale non percepisco "nessun profumo, nessun odore"! Mi scivola addosso, più o meno a cent'anni (le origini sono controverse) dalla sua istituzione, senza crearmi particolari emozioni positive, anzi una oggi l'ho avuta scambiando opinioni con un uomo che la pensa come me... se scendono "in piazza" (metaforicamente parlando) gli uomini, allora abbiamo speranza perché, è doloroso dirlo, ma nella società in cui viviamo, tutto ciò che dovrebbe essere naturale, scontato, impresso nel DNA di ognuno di noi, è diventato invece una rara eccezione. Così raramente ci si trova di fronte a persone che non abbiano il bisogno di affermare se stessi nella prevaricazione degli altri. Quindi, in questo nostro mondo, in questo nostro tempo (perché in questo io vivo, ma potrebbe essere figlio di un tempo qualsiasi), si finisce col ringraziare chi ci riconosce come esseri con pari dignità! Così voglio ringraziare oggi, otto marzo, tutti quegli uomini che, consci del loro ruolo nella società e nella famiglia, non hanno bisogno di prevaricare, sottomettere, imprigionare! Grazie a tutti quelli che hanno consapevolezza di sé, che vivono in armonia con se stessi e quindi con gli altri. Grazie a quelli che ci riempiono la vita e che danno a noi la possibilità di fare lo stesso. Grazie agli uomini che ogni giorno riconoscono che abbiamo una mente pensante... quelli che hanno queste caratteristiche sono i nostri compagni di viaggio ideali, con i quali si possono creare i presupposti di un futuro migliore! Devo dire che ho il piacere di conoscerne alcuni!
Guardando stime, percentuali, dati istat e non, dopo aver sentito che in Italia muoiono sul lavoro 100 donne all'anno (per favore smentitemi)... che devo festeggiare? E di loro perchè ho sentito solo ieri?
L'otto marzo, nato come riconoscimento per le lotte sociali etc delle donne o dalla strage delle operaie, dovrebbe dimostrare in entrambi i casi qualcosa, ma qualcosa che sia vero, che abbia fondamento... e mettere fine a queste violenze!
La giornata non è iniziata bene, come la precedente era finita con l'amaro in bocca dopo la notizia del tentativo di stupro ai danni di due ragazze, conforta che sia stato sventato! In Germania si produce energia pulita e si decide d'investire in questo... e da noi che possiamo contare su condizioni climatiche migliori, cosa succede? La provincia di Messina continua a franare! Altre persone evacuate... altro dolore! Terremoto in Turchia, altri morti! Ma qui non si può dare la colpa a nessuno, i fenomeni naturali non li puoi annientare! Altra cosa è la prevenzione!

Solitamente di questo genere di cose "parlo" scrivendo racconti, poesie... in queste ultime settimane l'inchiostro non ha pace... ma oggi ho scelto di dirlo così!

GM C